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L’otoneurochirurgia del Prof. Angelo Gandolfi

Per una corretta informazione dei pazienti

Parliamo di... ACUFENI

Cosa sono e come tradizionalmente si tenta di curarli è ormai acquisizione scontata per la comunità medica ed anche per la folta comunità di pazienti che ne soffrono. La diagnosi e la SENTENZA più diffusa è che ... ’non vi è nulla da fare’ ... se non terapie, anche psicodinamiche, di supporto. Bisogna comunque sfatare alcuni luoghi comuni, frutto di non completa conoscenza del problema, di paure e timori nei confronti della chirurgia, veri fantasmi che limitano un gran numero di pazienti dall’ottenere beneficio al loro invalidante disturbo. Come già illustrato, gli acufeni neurali e anche quelli legati ad altre patologie della via uditiva periferica (della coclea), possono essere trattati e risentire di un  risultato (apprezzato dal paziente), mediante un intervento di chirurgia del nervo acustico (microchirurgia).

 

Non è vero che tali interventi sul nervo possono causare danni irrimediabili alla funzione neurologica del paziente con acufeni; non è vero che tali interventi, se condotti con l’aiuto del microscopio operatorio, possono condurre alla paralisi della faccia. Queste sono considerazioni e paure che il paziente non deve nutrire.

Il paziente, seguendo forme di terapia alternativa che non diano risultati entro tempi ragionevoli, perde tempo prezioso: i centri del tronco encefalico vengono ‘condizionati’ dall’esistente acufene a produrlo loro stessi e, a questo punto, non esiste più alcuna possibilità di provvedimenti medici e/o chirurgici.

Agendo invece precocemente rispetto all’epoca di insorgenza dell’acufene, l’intervento di microchirurgia sul nervo acustico, risulta indicato ed utile. Con tale intervento si ‘blocca’ l’afflusso di impulsi abnormi (percepiti come acufene) ai centri superiori.

L’operazione si può facilmente praticare con sicurezza utilizzando tecniche microchirurgiche.

Quindi:

La microchirurgia del nervo acustico è efficace e sicura SE PRECOCE; la via di accesso al nervo è standardizzata in modo perfetto (vedasi anche www.nevralgiatrigemino.it). Si pratica un intervento diretto sul ‘filo dell’acufene’, su quella struttura nervosa che conduce gli impulsi al cervello, per bloccarli, almeno in gran parte.

L’intervento comporta solo alcune ore di anestesia generale e 3-4 giorni di ricovero post-operatorio.

La duplice possibilità chirurgica

Quando la risonanza magnetica nucleare o l’esplorazione intraoperatoria, nonché un’insieme di dati audiologici, indicano la verosimile presenza di una situazione di ‘conflitto’ tra nervo uditivo ed un vaso, allora si procede alla decompressione neuro-vascolare, con separazione della struttura vascolare da quella del nervo ed isolamento l’una dall’altro con falde sottili di teflon morbido. I risultati della microchirurgia diretta sul nervo uditivo sono ben espressi in numerosi recenti lavori scientifici e clinici di autori giapponesi.

Cosa fare invece quando l’acufene si accompagna ad un udito normale o comunque non decaduto al punto da rendersi già preoperatoriamente inservibile e NON SIA POSSIBILE DIMOSTRARE, nemmeno con la più sofisticata Risonanza Magnetica Nucleare, né con l’ispezione intraoperatoria, né con sofisticate prove audiologiche un conflitto vaso-nervo?

È proprio in questi casi che si propone di agire selettivamente sul nervo dell’udito, sezionando solo una parte delle sue fibre, (Neurotomia Cocleare Frazionata Superselettiva sec. A.Gandolfi),

La neurotomia superselettiva parziale del nervo cocleare consente di ‘bloccare’ sia l’acufene ad origine dall’orecchio interno che quello proprio del nervo uditivo.

A seguito dell’intervento non si creeranno alterazioni diffuse della soglia di percezione dei toni puri (soglia tonale), si potranno riscontrare limitate difficoltà di comprensione per certe parole, che contengono in prevalenza quelle specifiche frequenze sulle quali abbiamo agito con la sezione chirurgica. In presenza invece di altre patologie, tra cui gli esiti di una aracnoidite adesiva o una cisti tumorale, sarà indicato agire primitivamente sulla eliminazione della causa che ‘disturba il nervo’, al fine di alleviare l’acufene. La neurotomia superselettiva del nervo cocleare porta ad un vantaggio: quello di NON sacrificare tutta la funzione uditiva. Si ribadisce chel'operazione consiste nella interruzione parziale e parcellare del nervo dell’udito. Per tale ragione l’ intervento è denominato neurotomia parziale superselettiva o frazionata superselettiva del nervo cocleare.